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La dichiarazione dell’ad di Sac SpA durante il convegno su “Il trasporto aereo alla base dello sviluppo” tenutosi alle Ciminiere
Mancini: “Basta con gli stipendifici”
L'aeroporto di Catania
Lo sviluppo della Sicilia orientale passa anche attraverso lo sviluppo del sistema aeroportuale. È stato questo il punto focale del dibattito pubblico che si è svolto nei giorni scorsi a Catania, al centro fieristico Le Ciminiere, dal titolo “Il sistema integrato aeroportuale di Catania e Comiso. Dialogo sullo sviluppo della Sicilia Orientale”, nell’ambito della rassegna “L’Isola che decolla” organizzato dalla Sac SpA, la società di gestione dello scalo etneo, una rassegna che vuole essere modello di sviluppo virtuoso e un luogo di confronto fra idee e visioni. All’incontro hanno partecipato Gaetano Mancini (amministratore delegato della Sac S.p.a.), Enzo Taverniti (amministratore delegato SO.A.CO. Spa.), Giuseppe Castiglione (sottosegretario alle politiche agricole), Stefano Baronci (segretario generale aereoporti), Francesco Garraffo (economista) e Salvo Fallica (giornalista) che ha moderato e coordinato l’evento.
Ad introdurre i lavori, Gaetano Mancini: «L’aeroporto deve stabilire delle relazioni con il territorio e le sue varie realtà. Fontanarossa è la porta naturale e anzi gli scali di Catania e Comiso sono le uniche porte della Sicilia, viste le pessime condizioni della viabilità».
«Insomma, la crescita dello scalo è senza dubbio ricchezza per il territorio e su questo bisogna insistere. Avere la Turkish Airlines a Catania significa avere in potenza tutte le destinazioni asiatiche, essendo lo scalo di Istanbul un hub fondamentale per inoltrarsi nel continente».
«Ma la vera rivoluzione per la Sicilia - ha concluso Mancini - deve essere culturale. Basta con gli “stipendifici” nella logica del consenso elettorale».
Per Enzo Taverniti, ad di Soaco e presidente Sacm specializzare i due aeroporti in voli commerciali su Catania e turistici su Comiso, costituirebbe un sistema integrato efficiente.
Stefano Baronci, segretario generale di Assaeroporti, ha puntato sulla «necessità di compiere scelte coraggiose in campo aeroportuale, perché una opzione è quella di un declino lento e inesorabile e l’altra è scegliere di essere competitivi». L’economista d’impresa Francesco Garraffo ha approfondito il ruolo di moltiplicatore di ricchezza che un aeroporto ha nel territorio. «Serve un processo di sviluppo congiunto fra aeroporto e territorio. Non bisogna comunque dimenticare come l’aeroporto sia pur sempre un’impresa. Per un aeroporto quindi, l’impatto sul territorio è del 1.100-2.200%. Le conclusioni sono state affidate a Giuseppe Castiglione, sottosegretario di Stato alle Politiche agricole, che ha tenuto a ricordare come «già tre anni fa, da presidente della Provincia regionale di Catania, investì molto sulla mobilità, tanto da varare appunto il Piano urbano della mobilità, che riguardava tutta la Sicilia sudorientale. Il piano strategico ideato contemplava anche gli scali di Catania e Comiso, e si pensava di comprendere persino l’aeroporto di Reggio Calabria». Ma se gli scali aerei sono importanti non bisogna dimenticare gli approdi marittimi “le opere infrastrutturali necessarie a un vero disegno di sviluppo della Sicilia dell’Est non possono prescindere dai porti di Catania e Augusta e infine - ha concluso Castiglione - bisogna considerare la Sicilia Orientale una grande area culturale (da Taormina a Siracusa) e industriale (da Milazzo a Priolo)”. Le potenzialità ci sono occorrono le infrastrutture.
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