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Sintonia con Hollande e l'ammirazione della Merkel
Trionfo europeo per Matteo Renzi
Un successo il tour continentale del premier
Angela Merkel e Matteo Renzi
Il primo tour di Matteo Renzi in Europa è stato trionfale. Non tanto per la sintonia trovata con il presidente francese Francois Hollande anche in virtù della comune appartenenza politica quanto per l'ammirazione da parte di Angela Merkel. La cancelliera tedesca, che come molti nel suo Paese non è tipa che si commuove facilmente, ha avuto subito simpatia per lo "sfrontato" fiorentino ed ha detto di essere rimasta «molto colpita dal cambiamento strutturale» dell'Italia e di ammirare il coraggio del nostro presidente del Consiglio.
Dal canto suo Renzi è stato cordiale, simpatico, istituzionale ma anche estremamente deciso ed erano anni che un presidente del Consiglio italiano non parlava con un cancelliere tedesco alla pari.
Il nostro premier è stato chiarissimo sia con la Merkel sia con Hollande. «L’Italia – ha detto - non fa le riforme perché lo chiede Berlino o Bruxelles: noi facciamo le riforme per noi, perché lo chiedono i nostri figli e non i partner europei». Ed ha anche aggiunto: ««Siamo convinti che l'Italia deve fare le riforme ma anche che deve restituire ai propri cittadini la possibilità di credere che l'Ue non è la causa ma la soluzione dei problemi.
Quei partiti che lo dicono sbagliano». quindi «Nn misure una tantum, ma misure irreversibili di cambiamento. Il percorso che ci attende cambierà il livello istituzionale in Italia. Le riforme devono essere fatte subito anche se il governo ha come orizzonte il 2018».
Quindi Renzi torna in Italia con una marcia in più che gli servirà, e molto, per affrontare tutti i problemi italiani. Quelli di economia li conosciamo ma quelli politici sono molto più complessi e difficili da superare. Cominciamo dalla legge elettorale che adesso approda al Senato che dovrà dunque votare una riforma che di fatto produrrà la sua fine. Saranno delle medesima opinione gli inquilini di Palazzo Madama? Forse qualcuno no. Per di più, dati i numeri risicati, Renzi dovrà vedersela con i numeri risicati della maggioranza (quella composta da parte del Pd, Ncd e Forza Italia) contro tutti i possibili dissidenti. Per un problema nettamente numerico ma anche determinato dalla ben diversa qualità. Se la legge elettorale non dovesse passare al Senato ovvio che si tornerebbe subito al voto con l’altissimo rischio di una ingovernabilità ancora peggiore di quella attuale. Ma Renzi uscirebbe fuori di scena.
L’ipotesi più reale è che al Senato si perderà parecchio tempo, verranno fatte alcune modifiche in maniera che la legge torni alla Camera.
Nel frattempo Renzi dovrà assolutamente provvedere ad onorare tutti gli impegni che ha preso con gli italiani. Una lotta dura che potrebbe avere come posta il futuro degli italiani. L’unica cosa è fare appello al buon senso di tutti e sperare nel meglio.
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