Resta aperta la partita sullo stabilimento di Termini Imerese

Ecco la nuova Fiat

Le regole "americane" di Sergio Marchionne

La nuova Fiat Spa vola a 6,40% nel suo primo giorno di Borsa dopo la divisione dei due rami dell'azienda e, anche se la vecchia Fiat Industrial chiude con un ribasso del 2,22%, è una grande vittoria per l'amministratore delegato della casa torinese Sergio Marchionne. Il trionfo della sua filosofia: investimenti in cambio di governabilità delle fabbriche. All'inizio quello che faceva Marchionne sembrava non tenere conto della realtà italiana. Invece è riuscito a cambiare le regole, stravolgendo quelle con le quali la Fiat degli Agnelli aveva abituato gli italiani: più che un'azienda privata era un'istituzione e manteneva buoni rapporti con tutti. Con Marchionne è cambiata radicalmente la situazione, perfino l'intoccabilità degli stabilimenti del Sud, Termini Imerese compreso. E, mentre continua la scalata a Chrysler (che intanto cresce) Marchione mette in atto la mutazione dei rapporti tra impresa e sindacati che procede veloce visto che il referendum a Mirafiori si terrà entro il 15 gennaio prossimo. Lo stabilimento di Torino "cambia" dopo quello di Pomigliano d'Arco. Una situazione che riapre scenari nuovi anche per Termini Imerese. L'impianto siciliano potrebbe essere riconvertito da De Tomaso e Cape Rev ma anche non essere abbandonato dalla Fiat. E' ormai chiaro come il progetto di Marchionne puntasse ad un radicale mutamento dei rapporti con i sindacati. Lo ha capito il ministro Maurizio Sacconi, lo hanno capito Cisl e Uil. Si rifiutano di capirlo o non lo accettano tout court Cgil e Fiom. Ma la "ricetta americana" di Marchionne, anche se può inizialmente avere un sapore amaro, sembra quella che ci vuole per nutrire il nostro sistema industriale ammalato. E pure se la Fiat, confermando ciò che ha più volte annunciato, dovesse andare via da Termini il un nuovo modello di sviluppo , pur rispettando ovviamente i sacrosanti diritti dei lavoratori, potrebbe essere realmente la svolta necessaria per rilanciare l'economia dell'isola. E' come se Marchionne avesse portato in Italia il poker texano scompigliando quello tradizionale: qualcosa di più di una rivoluzione.

di Giovanni Iozzia. Pubblicato in Cronaca il 07/01/2011 Scarica il pdf