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Intervista al presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello
"Superate le difficoltà guardiamo al futuro con ottimismo"
Presidente, Lei si è distinto per la sua autorevolezza e le sue idee innovative che hanno fatto di Confindustria Sicilia un punto di riferimento non solo per gli industriali dell'Isola. Se dovessimo tracciare un bilancio di fine anno della situazione delle imprese siciliane, come definirebbe lo stato di salute dell'economia e delle imprese dell'Isola?
Questi ultimi due anni sono stati probabilmente fra i più difficili per il sistema economico e sociale regionale, dal secondo dopoguerra. La Sicilia non è stata risparmiata dalla crisi internazionale, che ha anzi acuito criticità che nella nostra regione sono di natura strutturale piuttosto che congiunturale. Quasi tutti i settori produttivi hanno fatto registrare delle flessioni. In particolar modo, il settore industriale ha subito gravi perdite. Le crisi aziendali si sono ovviamente ripercosse sul mondo del lavoro. Da imprenditore, non posso che essere ottimista e confidare nell'impegno comune e nel lavoro di squadra per superare gli ostacoli che attualmente ci troviamo di fronte. Esistono molte opportunità che dobbiamo saper cogliere con consapevolezza e senso di responsabilità.
È un anno che si chiude in positivo per Confindustria Sicilia?
Sono contento dei risultati che abbiamo ottenuto fino ad oggi, grazie anche al coinvolgimento ed al supporto di tutto il sistema associativo. Ritengo comunque che tutto ciò non sia un punto di arrivo, ma una parte di un lungo percorso verso nuovi scenari di sviluppo.
Relativamente, invece, all'antiracket e alle numerose iniziative messe in campo da Confindustria e dalla società civile, come può definire l'anno che sta volgendo al termine? Soddisfacente?
Anche in questo caso, sono stati determinanti il coinvolgimento e la collaborazione di tante componenti della società civile, delle istituzioni e delle forze dell'ordine. Siamo riusciti a raggiungere obiettivi importanti che erano, fino a qualche anno fa, impensabili. E' importante non abbassare la guardia e trasferire l'entusiasmo ed i sani valori anche alle giovani generazioni.
Quali le difficoltà incontrate e quali i progetti per l'anno che verrà?
C'è ancora una certa diffidenza in alcune parti della società nei confronti dello Stato, ma i risultati raggiunti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura stanno dimostrando con fatti concreti che le istituzioni non sono distanti e sono in grado di tutelare e sostenere i cittadini.
Occorre intervenire per rafforzare la consapevolezza che il rispetto delle regole e la tutela della legalità sono valori imprescindibili su cui si basa la prosperità di un territorio. Si tratta di operare un cambiamento culturale che si basa su criteri di fondo unici: la meritocrazia, la trasparenza, la libertà di mercato.
Quale è il suo giudizio, da presidente degli industriali ovviamente, sui due anni di Governo Lombardo? Quanto ha pesato sull'economia e sull'industria siciliana l'immobilismo della politica regionale?
Il governatore ha ereditato una situazione difficile, ma non è riuscito a mettere in campo reali politiche di crescita. L'instabilità politica che ha caratterizzato questi due anni, con il varo di ben quattro governi e la rotazione dei vertici della pubblica amministrazione hanno determinato una situazione di paralisi su tutti i fronti. Siamo in pesante ritardo sulla spesa dei fondi strutturali, il bilancio non è stato approvato a causa del forte disavanzo, le spese correnti coprono la quasi totalità delle risorse regionali e non consentono di liberare risorse per investimenti. L'economia ovviamente risente di tutto ciò, specialmente in un periodo difficile come questo.
Cosa chiedono gli industriali per l'anno nuovo? Quali le richieste principali e le necessità da affrontare nell'immediato?
Chiediamo che le riforme più volte annunciate vengano finalmente attuate. Siamo consapevoli del momento di difficoltà in cui versa la regione e quindi non chiediamo nuovi impegni di spesa, ma la realizzazione di importanti riforme di settore che, pur non costando nulla, possono innescare meccanismi virtuosi che possono consentire il rilancio della nostra economia, l'attrazione di nuovi investimenti, il recupero e la creazione di veri posti di lavoro. Parlo, per esempio, della semplificazione amministrativa o della riforma dei consorzi Asi.
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