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Intervista a Angelo Mattone Segretario provinciale della Uil

Marchionne: uno stimolo per il tutto il Paese

La proposta di Marchionne può veramente cambiare l'Italia e, di conseguenza, anche la Sicilia?
La Uil, come recentemente ha sottolineato lo stesso Luigi Angeletti, è stata molto chiara con Marchionne e la Fiat garantendo aumenti della produttività in cambio di vantaggi salariali e certezze sui livelli occupazionali. Non so se la proposta di Marchionne può mutare il Paese, certamente però va detto che da tempo le più concrete e significative proposte di cambiamento arrivano da un sindacato come il nostro, autenticamente e, vorrei aggiungere, laicamente impegnato a difendere i lavoratori, i cittadini.
Confindustria, come uscirà da questa faccenda?
Che la Fiat insista nel voler rimanere fuori da Confindustria per avere mani libere nella trattativa con il sindacato, questo rappresenta ovviamente un rischio per l'organizzazione degli imprenditori. Non credo, in verità, che Confindustria possa essere accusata di non avere tutelato gli interessi dei propri associati, o di non averlo fatto abbastanza. Anzi.
Come muteranno i rapporti con i sindacati?
E' un rapporto non facile, ma proprio per questo esaltante. Ritengo, comunque, che il management Fiat come quello delle altre aziende si renda conto come il confronto con le organizzazioni dei lavoratori possa solo giovare alle aziende. E', ad esempio, un modo per limitare il pericolo di errori strategici che possono rivelarsi fatali per un'impresa. I nostri iscritti, d'altronde, hanno tutto l'interesse a garantirsi presente e futuro lavorativo.
Come giudica l'atteggiamento della Fiat?
Uno stimolo per l'intero sistema, purché non si giochi continuamente al rialzo. La Uil ha sempre dimostrato grande senso di responsabilità, ma c'è sempre un limite.
E quello della Fiom?
Il principio della contrattazione è sacrosanto, deve però produrre esiti certi e fatti concreti. Sbaglia chi dice sempre no.
E i rapporti con gli industriali: come sono e come saranno?
Il Tavolo per Catania, che ha visto tutte le parti sociali fare fronte comune al servizio dello sviluppo di questo territorio, è un bel modello di collaborazione e ha costituito una sorta di sveglia per le istituzioni politiche. In questo senso, rappresentiamo un laboratorio per l'Italia. E la Uil, che di quella iniziativa è stata promotrice, ne va fiera.
La Sicilia ha le possibilità di uscire dalla crisi?
Denunciamo da tempo, ad esempio a Catania che è motore economico dell'Isola, il rischio della desertificazione produttiva. Per questo, abbiamo avanzato proposte chiare e realizzabili sollecitando, ad esempio, investimenti nelle infrastrutture e, ancora, nel capitale umano di questa terra, compreso quello assicurato da tantissimi lavoratori degli enti pubblici che possono migliorare e addirittura sovvertire la macchina burocratica, mettendola autenticamente al servizio della crescita".

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