Si apre un nuovo capitolo per l'economia siciliana

Industria in crescita

La Sicilia regione economicamente vivace

L'annuncio dell'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, sulla chiusura di Termini Imerese entro dicembre 2011 apre un nuovo capitolo per l'economia siciliana. Il processo di industrializzazione della Sicilia avviato negli anni cinquanta e più volte sostenuto dagli incentivi dello Stato, ha subìto profonde modificazioni nel corso degli anni. Iniziato con la diffusione dell'industria agroalimentare è cresciuto fino a toccare i settori della meccanica, della chimica e della petrolchimica. Molte aziende del Nord hanno voluto investire in Sicilia attirate dai finanziamenti statali e regionali, ma ben presto hanno iniziato a fare i conti con la mancanza di infrastrutture sul territorio e con la posizione geografica che rende l'isola abbastanza decentrata rispetto al cuore dell'attività industriale italiana. Oggi qualcuno parla di "desertificazione dell'industria" in Sicilia eppure, oltre ad essere nel Meridione una delle regioni economicamente più vivaci, nell'isola si riscontra la presenza di diversi distretti industriali.
Catania soprannominata l'Etna Valley è specializzata nel settore dell'elettronica con un'area ad alta densità di aziende hi-tech. Palermo ha una zona industriale specializzata nella meccanica che gira attorno a Termini Imerese e che presto potrebbe innovarsi con la produzione di automobili elettriche con un insieme di piccole imprese che graviterebbero attorno a questa attività. E che dire del Polo petrolchimico di Gela, il più grande d'Europa che si occupa della raffinazione del petrolio, la produzione di benzine e gasoli, l'imbottigliamento di gas metano, la produzione energetica per fini industriali e la produzione di materie plastiche.
Di certo negli ultimi anni le imprese siciliane hanno subìto la congiuntura economica mondiale negativa e sarebbe opportuno che lo Stato mettesse in atto azioni di sostegno e di incentivazione alle attività industriali, come ha richiesto anche il ministro Tremonti davanti al commissario europeo agli Affari economici e monetari. Inoltre la Sicilia vanta una stretta collaborazione tra Università e Impresa e approfittando di questa sinergia si dovrebbero aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo, utilizzando fonti energetiche alternative come l'eolica o l'energia solare e infine trasformare la posizione geografica da elemento penalizzante a vantaggio economico, puntando per esempio ai mercati del Nord Africa.

di Maria Grazia Grillo. Pubblicato in Cronaca il 24/12/2010 Scarica il pdf