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Manca sempre un soffio per l’apertura e poi capita sempre qualcosa che blocca tutto o a metà
Quel furbastro del Girone Gioeni
I cordoli gialli utilizzati per il Brt montati sullo spartitraffico del Nodo Gioeni
Ebbene sì, la settimana scorsa l’inaugurazione c’è stata. O forse era qualcosa che ci assomigliava. Di certo non erano le persone che mancavano: l’assessore ai LL.PP. Luigi Bosco, il Rup Corrado Persico, il direttore dei lavori Rosario Mirone, il consulente per la mobilità Enzo Condorelli, il vicesindaco Marco Consoli, l’assessore alla viabilità Saro D’Agata, il signor Tosto, titolare della Tosa Appalti. E poi giornalisti, fotografi, cineoperatori. Insomma se si esclude il sindaco e l’opposizione c’erano tutti per quella che è stata definita un’apertura a metà.
Su due torna indietro, infatti, solo uno è stato aperto. Quello che permette a chi viene da Misterbianco di ritornare sui suoi passi o, magari, salire da via Del Bosco e scegliere fra tre destinazioni diverse.
Ma perché un’apertura a metà?
Il vicesindaco Consoli ci ha detto che la segnaletica orizzontale non era stata fatta per bene e per evitare qualunque fraintendimento andava rifatta.
Il direttore Mirone ha parlato di un nuovo torna indietro (di via Petraro) che l’Amministrazione vuole realizzato perché lo ritiene indispensabile per alleggerire il traffico del Nodo Gioeni.
Fatto sta che il torna indietro non si aprì. Almeno per mezz’ora. Perché dopo qualcuno lo aprì di scapocchio e aperto rimase fino alle 13 quando venne richiuso davanti agli occhi sgomenti degli automobilisti. Eppure quell’apertura fu strategica per capire che chiunque, imboccando il torna indietro nord, avrebbe cercato di immettersi su via Etnea. Questo fu uno degli argomenti affrontati durante la riunione pomeridiana tra i tecnici e il sindaco, ma parlarono anche degli attraversamenti pedonali che non esistono in tutta la zona Gioeni, della linea che dovrà fare il Brt, dell’altezza in cui conviene fare o meno il torna indietro di via Petraro, del dosso che sorprende chi entra in via Del Bosco venendo da Misterbianco, ma soprattutto del fatto che andavano allungati i cordoli dello spartitraffico a forma di “V” che si trova sopra via Etnea. Tutto deciso, ma senza l’impresa che venne aggiornata il giorno dopo (venerdì) e che aveva anche le sue - di proposte - da presentare. Tira di qua tira di là, il bandolo si trovò per l’immediato: allungare i cordoli dello spartitraffico era preminente per la gestione del traffico e quindi la prima cosa da fare prima di aprire il torna indietro. Difficile gestione del traffico perché chiunque, salendo da via Etnea, immaginava che avrebbe potuto usare il torna indietro che va verso Misterbianco. E chiunque, venendo da Ognina, che sarebbe potuto entrare in via Etnea. E ora, invece, spiegaglielo che non è così. Che i primi devono arrivare comunque alla Sicilia e i secondi scendere da via Caronda o arrivare in viale Fleming. E quindi sì ai cordoli, “ma quelli gialli usati per il Brt - suggerisce Mirone - che possono essere spostati con facilità, mentre per mettere quelli di pietra lavica bisogna scavare” e poi costano anche di più. L’appuntamento per i lavori è per lunedì mattina (24 febbraio) sul posto. Ma qualcosa non va, Persico ha un incidente (niente di grave, ma gli auguriamo di rimettersi prestissimo) e non può andare all’appuntamento e inoltre i cordoli arrivano tardi. Insomma un lavoro di poche ore ha richiesto un giorno intero. Lunedì pomeriggio i cordoli erano montati e brillavano in tutta la loro fluorescenza. Sembrava tutto pronto per aprire il torna indietro, ma mancava la firma. Quella di Persico che da poco è anche il dirigente dell’Utu (Ufficio traffico urbano). “Intanto il sopralluogo è stato fatto - ci dice Bosco - ma bisogna aggiornare il sindaco che si sta destreggiando tra Crocetta e Napolitano”.
Di sicuro entro venerdì il torna indietro verrà aperto, ma bisogna ammettere che questo Nodo Gioeni si è proprio calato nella parte del Girone Gioeni. E forse ci vorrebbe un Virgilio per riuscire a districarsi nei suoi meandri.
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