Il Governo cerca di rimediare con nuove norme

Fallito il rilancio economico attraverso il "mattone"

Nel 2008 uno dei pilastri della campagna elettorale dell'attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il cosiddetto Piano casa sembra essere rimasto solo un'intenzione. A quasi tre anni di distanza dall'annuncio, infatti (era il marzo 2009 quando il Cavaliere più famoso d'Italia annunciava il pacchetto di misure per rilanciare l'edilizia e recuperare quartieri degradati), il piano tanto sbandierato sembra essersi risolto in un flop: poche le richieste, ancora meno i cantieri aperti, con la crisi che non cenna ad attenuarsi e il lavoro sempre più un miraggio.
Dei risultati attesi, dunque, nemmeno l'ombra: meno di 2.700 le domande presentate in tutto il Paese, con una media di 42 istanze per Comune; e se in Lombardia, per esempio, le domande, sei mesi fa, erano soltanto 91 ( su 1.546 Comuni), e in Sardegna appena 22, la Sicilia non fa certo eccezione, facendo registrare un completo fallimento, che qualcuno attribuisce alla normativa regionale. Stringendo lo sguardo su Catania, la situazione è ancora più preoccupante: le richieste presentate si contano ancora sulle dita di una mano, con grande delusione per gli ampliamenti e per la "sostituzione edilizia", vale a dire la demolizione e ricostruzione dell'esistente, e con buona pace del rilancio del settore edilizio.
Ad ammetterlo è stato lo stesso Berlusconi nel corso della conferenza stampa di fine anno durante la quale avrebbe indicato nei politici locali la causa prima del fallimento del progetto e che ora starebbe correndo ai ripari attraverso una nuova ipotesi, ovvero rilanciare il piano attraverso nuove norme per la riqualificazione delle città. La misura - in via di definizione - prevederebbe proprio la riapertura dell'intesa Stato-Regioni, per spingere gli enti locali alla riqualificazione urbana di aree degradate con la sostituzione di immobili non residenziali, in primis quelli industriali dismessi o con attività da delocalizzare. Resta però da chiarire come uniformare le attività delle regioni ad eventuali nuove linee guida dell'Esecutivo.

di Melania Tanteri. Pubblicato in Cronaca il 11/02/2011 Scarica il pdf