Dal 31 dicembre 2010 è vietata la vendita delle buste di plastica

Dopo avere inquinato per oltre 60 anni acque e terre del pianete ed essere riuscito attraverso le reti alimentari a nuocere agli esseri umani, scambiato per cibo ucciso milioni di animali marini e il petrolio, con cui è fatto, ha leso gli equilibri dell'ambiente, il sacchetto di plastica è stato definitivamente messo al bando da una legge che dava come termine ultimo il 31 dicembre entro il quale cui si dava la possibilità, senza lucro, ai commercianti di smaltire le scorte.
Eppure ancora circola nei nostri supermercati e nessun vi entra con le borse alternative ma, tutti cercano ancora le busta di plastica noncuranti della Legge. Candide cassiere continuano ad elargire buste centellinandone la quantità come se avessero il timore di vederle esaurire nel mentre il cittadino continua a chiederne altre felice di non doverne pagare nemmeno una.
"Pianeta Italia" dove tutti si lamentano della politica, dell'ambiente e del malcostume, dove nessuno si premura dando per primo il buon esempio monito per gli altri e proficuo insegnamento alle nuove generazioni. Di questi oggetti leggeri e pratici con millimetri di spessore ne sono stati prodotti per 60 anni. Miliardi annui di plastica prodotta celermente e al contrario secoli per riuscire a smaltirla. In questi decenni sono tutte finite nelle acque degli oceani uccidendo gli animali e avvelenandoci dato che per produrle sono state immesse dalle fabbriche, nell'atmosfera, quantità impressionanti di anidrite carbonica .
Ma le abitudini sono dure a morire e i cittadini felici, imperituri continuano a chiedere plastica senza che nessuno si sia premurato ad acquistare sporte ecocompatibili già in distribuzione (sacchetti a rete, cotone, cabas riutilizzabili) ed i gestori continuano a non rifornire i supermercati (e quindi la clientela), di alternative acquistabili e riutilizzabili al posto dello shopper usa e getta che ha contribuito durante la sua vita non solo alla distruzione di equilibri e salute ma anche intasato le discariche contribuendo anche ai vari business illegali.

di Stefania Raineri. Pubblicato in Cronaca il 28/01/2011 Scarica il pdf