Strisce blu: come la pensano residenti e commercianti

Una vessazione intollerabile, l'esistenza delle strisce blu e il loro numero, per chi per lavoro è costretto a recarsi in centro storico. Qui, infatti, la concentrazione degli stalli a pagamento rasenta il 100 per cento, creando gravi disagi, nonché danni economici, ai lavoratori.
Il tutto, senza che la viabilità tragga alcun beneficio, ma soprattutto senza l'aumento delle possibilità di trovare un posto libero. L'idea delle strisce blu, a Catania come in tutte le altre città che l'hanno adottata, poggia infatti sulla motivazione ufficiale che la sosta a pagamento favorirebbe il ricambio della sosta. "Niente di più lontano dal vero - afferma Giusy Ferro che lavora in via di Sangiuliano. Il posto per la macchina non si trova lo stesso, perché le strisce blu sono spesso occuapate da residenti e commercianti che tendono a non spostarsi nell'arco della giornata. Questo costringe - conclude - non solo a spendere parte dello stipendio per pagare il posteggio, ma anche a girare a lungo prima di poterlo trovare".

I residenti del centro storico, oltre che con la sosta a pagamento, devono anche fare i conti con tutti quei posti riservati ad autorità e forze dell'ordine che, di fatto, limitano le possibilità di parcheggiare. I residenti di piazza Lupo, ad esempio, vivono letteralmente circondati: da un lato le temutissime e odiatissime strisce blu e, dall'altro i posteggi riservati alle forze dell'ordine, tanti, tantissimi, al limite dell'assurdo.
Non macchine di servizio sostano, infatti, sulle strisce gialle, ma prevalentemente macchine private di cittadini che sono sì forze dell'ordine, ma anche cittadini uguali agli altri e che, come gli altri, dovrebbero cercare parcheggio per recarsi a lavoro.
E invece, quasi la metà della piazza, tre dei quattro lati dell'ex carcere in cui ha sede uno degli uffici della questura e una porzione di via Ventimiglia sono "riservate".
La vicina università, il divieto di sosta su via di Sangiuliano e la vicina isola pedonale di piazza Teatro Massimo, rendono la situazione ancora più disagiata.

di Melania Tanteri. Pubblicato in Cronaca il 14/01/2011 Scarica il pdf