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Un solo ammalato grave a Palermo,subito isolato

Arriva l'influenza

Il picco della malattia a fine mese

Come ogni anno arriva l'influenza e cominciano le preoccupazioni. Specialmente dopo la morte di una donna in Friuli e di un uomo in Puglia e di 50 persone in Gran Bretagna (quasi tutte per il virus A/H1N1). Ma la maggior parte delle persone decedute risultava non vaccinata nonostante il 70% appartenesse a categorie a rischio per le quali la vaccinazione antinfluenzale era raccomandata. Per questo, dice l'Istituto Superiore della Sanità, è bene vaccinarsi, soprattutto per chi è di salute malferma. Comunque, si è ancora in tempo specialmente in vista del picco che sarà raggiunto tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. Ma non c'è nessun allarme particolare. Purtroppo ogni anno, infatti, durante le normali stagioni influenzali, secondo i dati forniti sempre dall'ISS, anche nel nostro paese l'influenza provoca mediamente 8.000 morti considerando tutte le cause di morte e circa 1.000 decessi considerando come causa di morte soltanto polmonite e febbre.
L'influenza in Sicilia per il momento ha avuto una diffusione limitata, sono state molto più colpite Piemonte, Liguria, Marche e Umbria; inoltre è stato registrato solo un caso grave, di tipo A/H1N1v, a Palermo che è stato prontamente isolato.
Ma quale prevenzione rappresentata dal vicino cosa bisogna mettere in atto nel momento in cui si avvertono i primi sintomi del malessere?
"Chiamare subito il medico - dice Luigi Favara, medico di famiglia - e poi fare cautela, evitare gli sbalzi di temperatura, nutrirsi seguendo una dieta ricca di vitamine, la c in particolare. I medicinali da usare, sempre e solo dietro prescrizione, si limitano al paracetamolo; gli antibiotici non servono a meno che, specie nei soggetti anziani, non insorgano complicanze broncopolmonari di tipo batterico. L'influenza di quest'anno - conclude il dottore Favara - di per se non è estremamente pericolosa, certamente lo è meno di quella dell'anno scorso. Quindi, nessun allarme particolare".
Dunque, mai il "fai da te". E chi incita a tale pratica è stato condannato dopo una class action, cioè un'azione legale collettiva, avviata dal Codacons contro un'azienda che ha "messo in atto pratiche commerciali scorrette consistenti in una pubblicità del prodotto con enfatizzazione di qualità e caratteristiche che invece il prodotto non possedeva".
"Molti consumatori - spiega il segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi - si sono convinti ad acquistare un tipo di prodotto sul quale lo stesso Ministro della Salute Fazio, a suo tempo, dichiarò: "i test a casa non servono a niente, l'unica diagnosi affidabile è quella del medico". Il Codacons, soddisfatto per l'innovativa sentenza che apre ora la strada a possibili risarcimenti in favore degli utenti, invita i cittadini che hanno acquistato il prodotto in questione a contattare l'associazione per ottenere informazioni circa le procedure da seguire".

Pubblicato in Cronaca il 14/01/2011 Scarica il pdf


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