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Province, sempre più concreto il ritorno al voto

Ars, “saltano” le città Metropolitane

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Rosario Crocetta
Rosario Crocetta

Il patatrac è stato fatto. Con il sostegno del Movimento 5 Stelle, l'opposizione all'Ars è riuscita a fare saltare il progetto del Governo Crocetta di creare in Sicilia tre "Città Metropolitane": Palermo, Catania e Messina. Nel resto d'Italia, nelle regioni a Statuto orinario le Città Metropolitane sono una realtà ormai consolidata e si sta procedendo velocemente alla loro messa in attività. In Sicilia il percorso adesso è ancora molto più lungo di quanto si sia temuto. In realtà è chiaro che su questa particolare vicenda la maggioranza non è riuscita a rimanere coesa. L'emendamento in questione era stato proposto da deputato di Forza Italia Marco Falcone ed ha ricevuto i voti del Movimento 5 Stelle. «Il dato politico che emerge dal voto all'Ars, dove è stato approvato il nostro emendamento per l'abolizione delle città metropolitane ormai di fatto coincidenti con i comuni di Palermo, Messina e Catania alla luce di quanto deciso nel corso del dibattito sui Consorzi di comuni, è che Crocetta non solo non ha più alcuna maggioranza né credibilità, ma che i presunti accordi romani o palermitani sul futuro di questo governo sono carta straccia», è quanto ha dichiarato il vicecapogruppo di Forza Italia all'Ars Vincenzo Figuccia.
Per di più, torna concreta la possibilità che nella prossima primavera si torni alle urne per le elezioni provinciali. I commissari nominati dal Crocetta sarebbero dovuti rimanere in carica fino allo scorso 15 febbraio ma il Governo li ha dovuti precipitosamente prorogare. Un atto che non è piaciuto a molti, maggioranza compresa.
Nello Musumeci, intanto, si schiera nettamente a favore del voto per le Province. Infatti, in un documento, lungo e articolato inviato al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, Ioppolo, Musumeci e Formica illustrano le loro ragioni circa la presunta incostituzionalità del testo sulle province licenziato dal Governo Crocetta. In sintesi, «dopo avere richiamato la giurisprudenza della Corte Costituzionale e citato la più autorevole dottrina giuridica, se il disegno di legge proposto dal Governo fosse approvato, si violerebbe la Costituzione riguardo ad almeno due principi. Il primo attiene al fatto che la Costituzione Italiana ha previsto, riconoscendo e promuovendo le autonomie locali, che lo Stato fosse articolato territorialmente in province e non in liberi consorzi di comuni. Il secondo profilo riguarda la illegittimità costituzionale del sistema di elezione indiretta degli organi di rappresentanza degli enti territoriali. Avendo riconosciuto agli stessi, secondo quanto proposto dal Governo regionale, ampie funzioni programmatorie, organizzative e gestionali e quindi dal carattere propriamente “politico”, non si può che prevedere che gli organi di rappresentanza siano eletti direttamente dai cittadini, in applicazione di un sacrosanto principio di democrazia a cui tutta la nostra Costituzione è ispirata».
I deputati del Movimento 5 Stelle, però, sulla questione lanciano delle rassicurazioni. «Non lavoriamo per affossare la legge, ma per migliorarla passo passo. Il sì all'emendamento – dicono Salvatore Siragusa e il capogruppo Francesco Cappello - non sposta di una virgola il nostro atteggiamento sulla riforma, alla quale siamo favorevoli, sempre che vengano rispettati i capisaldi fondamentali perseguiti da sempre dal Movimento (la gratuità della partecipazione ai consorzi e l'eliminazione della politica) e che l'impianto non venga stravolto».
«Tre città metropolitane nella sola Sicilia - proseguono i deputati 5 Stelle – erano veramente troppe. Basti pensare che in Europa ce ne sono una decina e tutte di ben altro calibro, visto che rispondono a nomi come Parigi, Londra o Bruxelles».
Il sindaco di Catania Enzo Bianco, commentando la bocciatura delle città metropolitane da parte dell’Ars, ha detto: «Si tratta di un errore clamoroso, di un atteggiamento incomprensibile che sa di ripicca, di scontri politici che passano sulla testa della gente in un clima di assoluta irrazionalità».
«La Sicilia - ha aggiunto Bianco - per una volta, aveva l'occasione di varare un provvedimento innovativo come quello che istituisce le città metropolitane prima del resto del Paese, e invece l'ha perduta in maniera incredibile e sulla base di ragionamenti assolutamente inconsistenti. È indispensabile adesso correre subito ai ripari, nell'interesse dei Siciliani».

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