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C’è ancora crisi ma si intravedono timidi segnali positivi

Economia: la nebbia si dirada

Dall’Europa ossigeno per la siderurgia italiana


Anche se il momento resta difficile sembra che lentamente la nebbia della crisi economica sembra diradarsi. Il cielo non è ancora limpido ma qualcosa si comincia a intravedere. Un segnale forte è giunto in questi giorni dalla Commissione europea che ha varato il “Piano strategico per la siderurgia”. Un comparto che, oltre a dare lavoro a migliaia di operai (da non dimenticare l’Ilva di Taranto, tutt'ora a rischio chiusura) e fondamentale per il contributo determinante che offre ad altri settori strategici: veicoli, costruzioni, elettronica, meccanica ed elettromeccanica. Lo strumento principale sui cui si basa il Piano sarà il Programma Orizzonte 2020.
«L'industria siderurgica – ha spiegato il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani - ha un futuro promettente in Europa. Se continua a primeggiare nei prodotti innovativi, suo tradizionale punto di forza, può ottenere vantaggi competitivi a livello mondiale. Con il programma per la rinascita del settore siderurgico, vogliamo mandare un chiaro segnale all'industria riconoscendone l'importanza strategica per l'Europa e il suo ruolo di motore della crescita. L'Ue ha più che mai bisogno della sua economia reale per sostenere la ripresa economica; il nostro obiettivo è che l'industria fornisca il 20% del Pil entro il 2020. Si tratta dell'inizio di un processo; Mi impegno a seguire da vicino la situazione in modo da adattare i nostri sforzi a seconda delle necessità. Entro un anno, cercheremo di stabilire se le azioni proposte hanno prodotto l'effetto sperato».
Un altro segnale incoraggiante arriva dal numero di partite Iva aperte nello scorso mese di aprile sono lo 0,4% in più dello stesso mese del 2012. Una piccolissima inversione di tendenza impreziosita dal fatto che la maggior parte di esse, il 75,4%, sono di persone fisiche mentre solo il 17,3 sono di società di capitali. Un segnale netto come il mondo del lavoro italiano stia tentando di reagire con forza alla crisi economica. Per quanto riguarda la suddivisione territoriale il Nord ne ha quasi la metà, esattamente il 42,4%, segue il Sud con il 34,4% e infine il Centro con il 23,1%.
Anche se gli ultimi dati sono drammatici (settima riduzione consecutiva del Pil e 20 mese di calo della produzione industriale), anche secondo quanto previsto e programmato dal Governo Monti, alla fine di quest’anno o al massimo nel 2014, dovrebbe già realizzarsi una leggera ripresa. E forse, a dicembre, si potrà anche scongiurarsi l’aumento di un punto dell’Iva.

Pubblicato in Attualità il 14/06/2013 Scarica il pdf


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