Si è aperta a Catania la rassegna sull'artista livornese

Modigliani... con qualche dubbio

Sgarbi: «Mostra ieratica ma utile per i giovani»

"Non ero al corrente di questa mostra, pensavo si trattasse semplicemente di un'occasione di devozione, di riconoscimento alla grande santa che domina la città di Catania". Lo ha dichiarato con tranquillità Vittorio Sgarbi ai numerosi giornalisti che lo attendevano al Castello Ursino, in apertura alla stampa della mostra "Modigliani, ritratti dell'anima". E a qualche domanda formulata nella speranza che la parola del critico potesse sciogliere lo scetticismo sollevato proprio dagli ambienti cattolici intorno all'autenticità del "Ritratto di Agatae", Sgarbi ha risposto prontamente: "Spetta ai periti di verificare la paternità del ritratto", accantonando così la spinosa questione. Poi, tra chiacchiere, battute e ammiccamenti, durante il percorso della mostra, l'atmosfera si è alleggerita, e alla fine, il responso non troppo azzardato del primo cittadino di Salemi è arrivato: "La frontalità ieratica di Agatae, perfettamente corrispondente alle sculture di Modigliani, più che alla pittura, e il fatto che l'immagine sia messa in asse come un idolo atto a rappresentare un valore spirituale, mi fanno pensare che il ritratto sia autografo...". E insieme al responso, anche la considerazione positiva sulla mostra "fortemente didascalica, utile perché tanti giovani vengano a conoscere l'anima di questo pittore, capace di toccare le corde della nostra sensibilità più intima e segreta...".
Ma uno sguardo critico è d'obbligo. La mostra, allestita in poco tempo, e con possibilità economiche contenute è una interessante vetrina per Catania e per i disegni esposti appartenenti a galleristi e collezionisti. Forse manca l'ampio respiro dell'esperienza propria delle città più avvezze a manifestazioni culturali di questo genere, ma certamente, rapportando il tutto alla situazione di una città che fa fatica a risollevarsi, un evento del genere accende la speranza che si possa intraprendere un cammino, seppur lento, di rinascita culturale.
Tornando al "Ritratto di Agatae", pezzo forte della mostra ritrovato fra le carte di un collezionista è davvero del pittore livornese? Christian Parisot, presidente degli Archivi Modigliani sostiene di avere testimonianze incontrovertibili rispetto alla paternità del ritratto, l'Osservatore Romano fa l'avvocato del diavolo. E più che mai torna dal passato la vicenda dei clamorosi falsi del 1984, le tre teste di pietra rinvenute nel fiume di Fosso Reale, attribuite a Modigliani da eminenti critici d'arte, presto stroncati dalle confessioni di tre universitari burloni che si dichiaravano autori di uno dei tre blocchi di pietra, e di un artista del luogo, autore delle altre due teste create con l'intento di provocare un dibattito sui modi dell'arte. Quale sarà, dunque, il verdetto sul "Ritratto di Agatae"?

di Rita Cocuzza. Pubblicato in Spettacolo il 17/12/2010 Scarica il pdf