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Interpretati da Franco Branciaroli nel suo "Don Chisciotte"
Gassman e Bene rivivono allo Stabile
E alla fine vince Albertazzi
Don Chisciotte è un enorme trattato sull'imitazione: così come lui imita i cavalieri, io imito i cavalieri della scena". Così Franco Branciaroli, dopo l'originale edizione di Finale di partita in cui il protagonista parlava con la voce dell'ispettore Clouseau alias Peter Sellers, spiega il suo ruolo nello spettacolo tratto dal testo di Miguel de Cervantes. Branciaroli si impegna nel doppio ruolo di Don Chisciotte e Sancho Panza, cui da, imitandole, le voci di Vittorio Gassman e Carmelo Bene.
"Li immagino nell'aldilà - spiega ancora Branciaroli - mentre confessano che avrebbero sempre voluto mettere in scena il libro più d'avanguardia che ci sia, il Don Chisciotte. Li faccio parlare e così, accanto ai personaggi dell'Hidalgo e di Sancho, riprenderanno vita anche i loro dialoghi, i loro battibecchi, il loro immaginario".
Le "maschere verbali" dei due grandi protagonisti della scena teatrale italiana hanno ancora un volta l'occasione di ritrovare atmosfere di un Gran teatro che non c'è più e che lo stesso Branciaroli, che con Bene ha recitato ai suoi esordi, ha preso per la coda: "Erano due avversari irriducibili - continua l'attore e regista - ma anche, al fondo, due artisti che si stimavano. E questa è una cosa che mi commuove". E divertimento con un pizzico di nostalgia è infatti la temperatura emotiva dello spettacolo.
Quindi un spettacolo da "one man show" dove però l'attore si pone al servizio di un gioco ben coordinato gioco, in un ambiente di vago sentore paradisiaco dove si sentono voci di anime come quella di Dante che, sul modello dei moderni "talent show", dichiara colui che è il miglior interprete ma che non è né Gassman né Bene, ma un terzo che non è presente: Giorgio Albertazzi. Sul palcoscenico, dalla essenziale scenografia che rappresenta un algido paradiso post moderno un bar molto fornito di bottiglie di liquori.
Un gioco che ricorda quello del caleidoscopio con il sovrapporsi di ricordi, circostanze, storie e fatti che hanno trascinato il pubblico magnetizzandolo, stordendolo, lasciandolo perplesso. Un vorticare di situazione che sconvolgono e scioccano: Cervantes è morto lo stesso giorno e lo stesso anno di Shakespeare, Gassman e Bene sono nati lo stesso giorno (1 settembre). Poi, Gassman che è Don Chisciotte a Carmelo Bene che è Sancho Pancho, di quando un giovane attore (Branciaroli esordiente) recitò al fianco dello stesso Bene.
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