Tra la diffidenza della gente e una fortissima presunta astensione

Al voto, al voto

All'Ars potrebbe non esserci una maggioranza

Domenica prossima si vota. I candidati alla Presidenza della Regione sono 10: Rosario Crocetta (Udc-Unione di Centro, Partito Democratico, Crocetta Presidente, Unione Democratica Consumatori), Gianfranco Miccichè (Fli-Nuovo Polo per la Sicilia, Partito dei Siciliani Mpa, Grande Sud); Nello Musumeci (Pid - Cantiere Popolare, Alleanza di Centro, Nello Musumeci Presidente, Popolo della Libertà - Musumeci Presidente, Ppa Piazza Pulita); Giovanna Marano (Italia dei Valori, Fds-Verdi-Sel); Lucia Pinsone (Obiettivo Sicilia); Gaspare Sturzo, (Italiani liberi e forti); Giacomo Di Leo (Partito comunista dei lavoratori); Giancarlo Cancellieri (Movimento 5 Stelle); Cateno De Luca (Rivoluzione siciliana), Mariano Ferro (Il Popolo dei Forconi). Quelli a Palazzo d'Orleans circa 1.600 divisi nelle liste presentate nei 9 collegi provinciali dell'isola. Ne dovranno venire fuori 80 perché 9 saranno quelli collegati al listino regionale del presidente e 1 sarà il candidato che arriverà secondo. Un voto che avverrà tra la rabbia, l'indignazione e la diffidenza delle persone. Molte delle quali pensano di non andare a votare. Sarebbe da parte loro solo un clamoroso errore che lascerebbe ancora più spazio ai disonesti. Per di più, come ha pubblicato il Cise (il Centro Italiano Studi Elettorali), attraverso un interessantissimo articolo di Vincenzo Emanuele e Giuseppe Martelli, il presidente eletto rischia concretamente di non avere la maggioranza in aula. Un problema grosso perché in Sicilia il Presidente propone ma l'Ars approva le leggi. Quindi o si fa un accordo (leggasi anche inciucio, per i malpensanti) o si torna al voto entro pochi mesi. Visto che questo sarebbe un disastro, meglio un accordo serio su un programma di governo condiviso. Ma riusciranno i nostri politici ad arrivare a questo. I pessimisti prevalgono anche perché in tutta la campagna elettorali si sono sentiti molti slogan e frasi fatte ma poche idee e progetti realizzabili. Tanti gli appelli, da quello del cardinale di Palermo Paolo Romeo alla lettera aperta della Compagnia delle Opere. Sortiranno qualche effetto? Lo dobbiamo sperare per forza, altrimenti ci resta solo da sprofondare nel baratro.

di Giovanni Iozzia. Pubblicato in Politica il 26/10/2012 Scarica il pdf