Dopo le pressioni di Monti e del mondo dell'economia

Inizia il dopo Lombardo

Le elezioni si terranno il 28 e 29 ottobre

Si è dimesso. Dopo tanta attesa Raffaele Lombardo ha dato le dimissioni da presidente della Regione siciliana. Chi lo avrebbe mai immaginato quando, in quell'ormai lontanissimo 14 aprile 2008, stravincendo contro Anna Finocchiaro e Sonia Alfano, Lombardo conquistava Palazzo d'Orleans spinto da una coalizione di centrodestra, la stessa che due anni prima aveva fatto le medesima cosa con Totò Cuffaro. E Lombardo e Cuffaro, seppure per motivi diversi, entrambi figli e continuatori della vecchia Democrazia Cristiana, sono dovuti andare via prima della scadenza naturale del loro mandato. Colpa loro, forse sì, ma principalmente colpa del sistema che loro stessi hanno creato e sostenuto. Adesso bisogna cambiare. Tra circa 90 giorni i siciliani andranno alle urne per eleggere il loro nuovo governatore ed i loro nuovi rappresentanti. Sbagliare ancora sarebbe un disastro irreversibile. Le condizioni generali dell'economia sono tali che solo un'azione decisa, concreta e consapevole può raddrizzare questa nave che rischia di perdersi tra i flutti della crisi mondiale.
Mario Draghi, con il suo intervento a favore dell'euro di alcuni giorni fa, ha mostrato quale deve essere la strada maestra da percorrere: competenza e decisione. Il profilo perfetto di colui che deve essere il nuovo presidente della nostra regione. In un'epoca di nani della politica questo può sembrare difficilissimo se non impossibile, ma è, non solo la strada maestra, ma l'unica strada. Ricominciare a ricostruire partendo da Palazzo d'Orleans fino a tutti quei palazzi, quello degli Elefanti compreso, che sono stati governati con approssimazione e incompetenza oppure con sistemi ormai obsoleti. Costruire con un presidente sempre al di sopra di tutto e tutti ma umile nel perseguire un progetto a favore di tutti i siciliani. Un presidente che intenda la sua carica come un servizio e non come uno strumento di potere. È chiedere molto? No, perché cambiare si può. Disse Albert Einstein: "Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare fino a quando arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa". Semplice e geniale.