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Eppure la squadra potrebbe ancora salvarsi in questa possibile classifica
Il Calcio Catania naviga in una dolorosa agonia da B
Rolando Maran, l’allenatore del Catania
Una lenta, dolorosa e angosciante agonia: il Catania sta inesorabilmente precipitando verso la B in quella che è una delle stagioni con il livello tecnico più basso degli ultimi anni.
Gli etnei sono usciti con le ossa rotte anche dal Friuli, sconfitti di misura 1-0 con un gol dell’eterno Totò Di Natale, autentica bestia nera per i siciliani.
Un match nel quale il Catania ha provato a resistere più che nelle ultime uscite e che a dire la verità non avrebbe proprio meritato di perdere, quanto meno per aver giocato finalmente con quel cuore che i tifosi chiedono di mettere dall’inizio del campionato.
Ma la formazione di Rolando Maran, oltreché dalla sfortuna è stata fermata da Simone Scuffet, il portiere bianconero rivelazione di questa stagione, capace a soli 17 anni di giocare in serie A alla stregua di tanti veterani.
Le dirette concorrenti continuano a perdere tutte e la distanza dalla zona tranquilla della classifica è ancora inalterata. Appena sei punti separano gli etnei dalla salvezza, ma la sensazione è quella che i rossazzurri siano sull’orlo del precipizio.
Non c’è più nulla da perdere…
Il Catania è ultimo in classifica, ha venti punti quando mancano appena 7 giornate alla fine del campionato, ha la terza peggior difesa di tutta la serie A con 55 gol subiti e fa registrare il peggior attacco con appena 23 reti realizzate. Cosa significa questo? Che peggiorare proprio non si può.
La stagione è nata storta e non si è riusciti mai a raddrizzarla, ma quantomeno resta ancora il tempo per salvare la faccia. Bisogna avere un moto d’orgoglio e solo così si potrà continuare a sperare nella salvezza che oggi appare impossibile. Recuperare la dignità, insomma.
A proposito di tifosi…
Con una lunga e toccante lettera firmata “a sostegno di una fede, Curva Nord”, i supporter rossazzurri nei giorni scorsi hanno chiesto al massimo dirigente etneo, il presidente Nino Pulvirenti di dare loro delle risposte su questa inspiegabile stazione. Di seguito alcuni stralci della nota.
“Chiediamo se la società si sia resa conto dei tragici risultati inanellati dalla squadra e se la stessa abbia provato ad arginare questo tracollo…Se sia tutto frutto di semplice imperizia e negligenza o frutto di una precisa strategia imprenditoriale…Chiediamo un chiarimento riguardo l’attuale stato del bilancio societario e sulla costruzione del nuovo stadio…Un chiarimento riguardo la singolare coincidenza che ci sarebbe tra una nostra probabile retrocessione in B ed il recente accordo (dell’importo di 100 milioni di euro) tra l’Istituto del Credito Sportivo e la Lega di B inerente la costruzione di 5 o 6 nuovi stadi nel nostro Paese…
Chiediamo un chiarimento riguardo improvvisi licenziamenti nei confronti di uomini dall’indiscussa professionalità storicamente vicini alla tifoseria, riguardo al programma che la società adotterà dalla prossima stagione in poi…
Domenica il Toro…
Alle 15:00 al Massimino arriva il Torino, già salvo a 42 punti. Si potrebbero dire tante cose su questa partita “ultima spiaggia, finale da non sbagliare”, ma sono troppi i mali che affliggono il Catania da inizio stagione. E allora cosa fare? Arrendersi? MAI.
Sperare, questo si, che le altre continuino a perdere e che i rossoazzurri riescano finalmente ad alzare la testa.
Non sarà del match Fabian Rinaudo, squalificato. Assenti anche gli infortunati Frison, Spolli, Castro e Almiron.
Hanno detto...
“C’è da ricostruire e lottare fino in fondo – ha sottolineato l’allenatore degli etnei Rolando Maran - Non dobbiamo però commettere l’errore di fermarci al passato. I margini per l’impresa ci sono ancora: siamo consapevoli della difficilissima situazione che stiamo vivendo, non voglio raccontare sciocchezze, ma dire solo che so che ci sono ancora possibilità per potercela fare. Ci gira male, non mi va però di fare discorsetti su chi ci crede e chi no. Io vi dico che la situazione è complicatissima, ma vedo che abbiamo voglia di giocarcela e pur essendo la nostra situazione psicologica devastante, dobbiamo rimboccarci le maniche e stare sul pezzo. A causa di una serie di componenti psicologiche e anche fisiche ci troviamo ultimi collezionando momenti per certi versi esaltanti in campo e altri disastrosi. Si possono fare tante considerazioni su tutti i reparti e sono comunque differenti per esperienza e preparazione dei singoli, ma se io mi fermassi a questo non riuscirei davvero ad aiutare una squadra che ha bisogno di aggrapparsi a tutto per farcela.
È tutto complicato in questo momento, ma noi lavoriamo quotidianamente per corregge le sbavature che ci hanno portato, solo per mancanza di tranquillità, in questa situazione.
Quando sei sotto, sembra che anche la sorte ti si accanisca contro”.
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