Catania che stagione… - Articolo - IlMercatinoSicilia.it

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L’ombra della Serie B si avvicina ma intanto si pensa al nuovo stadio in contrada Jungetto

Catania che stagione…

Sperando nel miracolo a Udine

Jonathan Spinesi che esulta dopo un gol
Jonathan Spinesi che esulta dopo un gol

Ci sono stagioni che nascono storte, stagioni dove la fortuna non trova la strada giusta, mentre la sfiga ci vede benissimo. Il 2013-2014 per il Catania sarà ricordata tra l’altro come una delle stagioni più sfortunate per i rossazzurri, che continuano a dover fare i conti con una lunga lista di indisponibili. Dopo Castro, si è fermato anche Spolli che deve stare a riposo almeno 30 giorni e rischia di non rivedere il campo se non nella nuova stagione. Problema muscolare per il numero tre argentino, che ha accusato una distrazione al polpaccio. Impossibile prevedere anche quando torneranno a disposizione Frisone e Almiron. Gli infortuni hanno condizionato tutto l’anno le prestazioni del Catania, le scelte del mercato sia estive, che invernali non si sono rilevate fortunate e altezza di un campionato difficile come lo è la serie A. Perché i nuovi arrivati hanno fatto fatica ad adattarsi alla realtà italiana e i “vecchi del gruppo” hanno reso al di sotto delle loro reali potenzialità. Adesso la classifica dice che la salvezza resta vicina, ma il calendario è certamente difficile. Bisogna crederci è chiaro, perché solo avendo fiducia e provandoci può arrivare il miracolo. Ma la B sembra quasi inevitabile arrivati a questo punto ed è quindi, forse, necessario abituarsi all’idea che potrebbe succedere e che eventualmente non sarebbe un dramma, perché la società è solida e ha forza e potenzialità per tornare nel più breve tempo possibile nella categoria che più le si adatta, la serie A.
In posticipo di lunedì
Nel campionato spezzatino che ormai presenta partite di campionato dal venerdì al lunedì, per la prima volta in questa stagione il Catania giocherà quello che possiamo definire il posticipo del posticipo, lunedì 31 marzo alle 19 allo stadio Friuli. Situazione drammatica per i rossoazzurri che per continuare ad alimentare le speranze di salvezza devono obbligatoriamente far punti. Ma pareggiare contro i bianconeri potrebbe non bastare, per salvare la serie A è necessario vincere. In questo momento è praticamente inutile fare calcoli. È sotto gli occhi di tutti che mancano 8 giornate e quindi ci sono ancora 24 punti disponibili, tuttavia il Catania non dipende più solo da se stesso, ma soprattutto dalle altre dirette concorrenti che devono necessariamente perdere per permettere ai rossoazzurri di lasciare il fondo della classifica. È una corsa a 5 tra Sassuolo, Livorno, Chievo, Bologna e appunto Catania. Anche se a dire il vero il Bologna sembra essersi tirato fuori dalle acque più putride. I risultati delle altre sembrano quasi dire “Forza Catania corri, che la serie A ti aspetta!”, ma i rossoazzurri più di una volta si sono lasciati sfuggire il treno per restare nella massima divisione e adesso non si può più perdere tempo, perché la matematica tra pochissimo potrebbe essere spietata.
Quella volta che…
Tra tutti i precedenti in Serie A tra Udinese e Catania al Friuli, abbiamo scelto di ricordarne uno più significativo, quello di un Catania combattente, mai arrendevole con tanti gladiatori in campo, in grado di superare qualsiasi difficoltà anche peggiore di quelle odierne. Era il dicembre 2006, era il Catania di Marino, di Mascara, Spinesi, Baiocco e Stovini e tra i giocatori attualmente in rosa del Catania c’era il solo Mariano Izco, il capitano degli etnei. Era la stessa squadra che appena due mesi dopo avrebbe subito il terribile shock del 2 febbraio, ma pur sempre una formazione che riuscì, grazie a uno spirito di gruppo formidabile, a superare tutte quelle avversità conseguenze di dolorose questioni extracalcistiche.
Allo stadio Friuli, i bianconeri di Malesani furono superati 1-0 grazie a un rigore trasformato da Spinesi e quello fu un passo importante, forse decisivo, verso la salvezza. Oggi il Catania di Rolando Maran ha bisogno di ispirarsi a quel Catania orgoglioso e impavido per provare a fare il miracolo.
Hanno detto
«Al primo errore perdiamo, ma nessuno ha mollato niente - ha dichiarato l’allenatore dei rossazzurri Rolando Maran - La strada da percorrere per fare l'impresa è quella della rabbia e della consapevolezza dei nostri mezzi: ho visto negli occhi dei miei ragazzi che non vogliono arrendersi».
Il nuovo stadio
Il Catania pensa alla costruzione del nuovo stadio e questo è un segnale emblematico del grande spirito di organizzazione della società, di come nonostante l’ultimo posto in classifica e lo spettro della B, la dirigenza etnea pensi a programmare il futuro. E lo fa acquistando un terreno di circa 50 ettari in contrada Jungetto, dove costruire una nuova struttura che sia all’altezza di quelle europee. La prima pietra miliare della società nella costruzione dello stadio è stata posta a metà della scorsa settimana, quando è stato opzionato questo terreno per la costruzione di uno stadio moderno che conterà 25 mila posti. Abbandonata quindi definitivamente l’idea di Librino, il nuovo stadio sorgerà in periferia a Catania, con un progetto dell’ingegnere Emanuele Stancanelli già ideatore di Torre del Grifo. Il prossimo passo sarà adesso quello di redigere il progetto definitivo e presentarlo al Comune di Catania entro il 31 dicembre 2014, nel pieno rispetto di quanto previsto dalla legge sugli stadi. Impossibile prevedere quanto costerà, ma certamente se la burocrazia non rallenterà l’opera saranno necessari almeno due anni. Lo stadio sarà costruito attingendo tra l’altro al Credito Sportivo.
Cambiamenti societari
Momento di fermento in via Magenta. Da registrare tanti cambi nell’organico dirigenziale.
Maurizio Patti, che è il nuovo team manager del Calcio Catania, aveva già ricoperto il ruolo fino al 2010 e ora subentra all’ex calciatore rossoazzurro Orazio Russo, a cui sarà assegnato un nuovo incarico. Due arrivi anche nell’area scouting. Christian Argurio e Sebastian Echave sono nuovi osservatori della sezione diretta da Diego Caniggia.

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