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I problemi per Rosario Crocetta sembrano non finire mai
Province ko e non solo
Rosario Crocetta
I problemi per Rosario Crocetta sembrano non finire mai. Innanzitutto c’è il rischio che la riforma delle province, con la creazione delle città metropolitane ed i liberi consorzi dei comuni, non veda mai la luce o prenda una direzione assolutamente imprevista. Oltre a questo scoglio che, dopo le continue sconfitte all’Ars, appare ormai insormontabile ci sono le fibrillazioni interne al Pd, il rimpasto di Giunta, i centristi (Udc e Articolo 4) in stato di agitazione, il bilancio da organizzare e le nomine dei manager della sanità. Roba da fare tremare le vene dei polsi ma Crocetta appare intenzionato ad andare avanti per la sua strada.
Sulle province c’è da registrare la dichiarazione del coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Enzo Gibiino: «Una riforma che non può considerarsi tale quella delle province siciliane voluta dal governo Crocetta e in discussione in questi giorni all’Ars. Il provvedimento, così come impostato, porterà infatti alla proliferazione smisurata delle cariche e a una moltiplicazione degli organismi, senza che vi sia l’attribuzione di nuove funzioni e un abbattimento reale dei costi. In sintesi: tutto cambia perché nulla cambi».
«Siamo consapevoli - ha continuato Gibiino - della necessità di cambiare le province, di renderle enti snelli sotto il profilo istituzionale e di rappresentanza, e al tempo stesso più efficienti nell’espletare anche un numero maggiore di funzioni, ma quella intrapresa non è assolutamente la strada giusta - prosegue Gibiino -. Forza Italia chiede che il numero dei liberi consorzi sia decisamente contenuto, che i presidenti di questi siano espressione dell’elettorato e che l’ente intermedio assuma competenze importanti, oggi attribuite agli enti di sottogoverno. È necessario riformare ed è doveroso farlo bene, razionalizzando e riducendo la spesa pubblica, cosa che il presidente Crocetta sta dimostrando ancora una volta di non essere in grado di fare. Non si perda dunque tempo - ha concluso Gibiino - in una riforma farsa delle province e si agisca invece subito sul taglio dei costi spropositati della Regione».
Ma proprio su questo punto sta lavorando l’assessore al Bilancio Luca Bianchi anche perché ci sono in cassa solo 300 milioni di euro a fronte dei 550 “tagliati” dall’impugnativa del Commissario dello Stato. La prospettiva reale è che ci saranno tagli. E tantissimi anche.
Per quanto riguardala la Giunta, il nuovo segretario del Pd Fausto Raciti, essendo al di fuori delle beghe locali, più del rimpasto vorrebbe una rimodulazione dell’azione del Governo regionale. E la cosa potrebbe non dispiacere affatto allo stesso Crocetta. Quindi un rimpasto che si potrebbe fare senza sconvolgere nessuno e nulla. Anche perché, con la sconfitta patita a livello nazionale, Gianpiero D’Alia, che adesso non è più neppure ministro, potrebbe abbassare il livello delle pretese e cedere quell’assessorato che fa tanto gola ad Articolo 4 che lavora per federarsi con il Megafono. Un nuovo assetto basato su questi presupposti renderebbe più tranquillo l’intero iter di nomina dei manager della sanità e quindi la stessa vita del Governo Crocetta.
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