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Renzi rottama la Finocchiaro
La senatrice siciliana esclusa dal Direttivo Nazionale del PD
Anna Finocchiaro
Matteo Renzi ha "rottamato" Anna Finocchiaro non inserendola nella Direzione Nazionale del Pd. Una caduta che in molti addebitano alla vicenda dell'Ikea (quando la senatrice si fece spingere il carrello della spesa dagli agenti di scorta) ma che in realtà risiede probabilmente nella supponenza e nella prosopopea del personaggio il cui atteggiamento è sempre stato quello di colui che, unico, era ricettacolo della vera verità. In questo senso è stata più significativa la frase detta a Porta a Porta: "Siamo deputate, non bidelle!". Un lapsus freudiano che la dice lunga sulla considerazione che ha la Finocchiaro del resto del mondo, quello culturalmente meno elevato che non ha ricevuto l'illuminazione politica della militanza nel PCI, PDS, DS e PD magari sotto l'ala protettiva di Luciano Violante e Massimo D'Alema. Della serie: tutto è dovuto e nulla si deve. Per questo è probabilmente rimasta l'eterna candidata senza mai giungere alla metà.
Gli oppositori di Raffaele Lombardo gioirono quando lei vi si oppose per la Presidenza della Regione nel 2008. Invece fu una campagna elettorale blanda e arrendevole, fatta mentre si candidava a Senato nel Collegio blindato dell'Emilia Romagna. Svanirono presto i sogni di una novella sicula "lady di ferro" dura, aggressiva e intransigente contro il leader di Grammichele. Qualcuno, maligno, pensò subito che ci fosse già un accordo politico che, poi, fu pubblicamente sancito nel settembre 2010. Essere i primi della classe va bene, ma esserlo pensando che gli altri siano assolutamente inferiori e perfino un po' scemi, non va bene per niente. E questo Matteo Renzi probabilmente lo ha ben valutato.
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