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Domenica e lunedì i catanesi sceglieranno il loro sindaco
Cosa uscirà dalle urne?
Catania è una terra che ha tutto, le manca solo la forza di decidere
Checché ne dicano tanti, la politica è una scienza esatta anche in tempi turbolenti come questi. Quindi possiamo lasciare a Bisanzio «Filemazio, protomedico, matematico, astronomo, forse saggio, ridotto come un cieco a brancicare attorno», perché questo oroscopo qui invece si può fare visto per noi Vespero non si è offuscata e la punta dello stilo, grazie al Cielo, non si è spezzata. Appare chiaro negli astri cosa succederà lunedì dopo lo spoglio, quale risultato ci sarà. Disse un tempo un vecchio maestro di giornalismo e di politica, Luigi Vajola (scomparso a 86 anni nel 2011), che quando si entrava a Palazzo dei Normanni si poteva intuire quel che sarebbe successo annusando l’aria. Appresa questa lezione, figurarsi cosa si coglie in una città, anche a Catania, nonostante gli olezzi della spazzatura ovunque presente. E questi odori fanno comprendere, a chi li sa decifrare, cosa scaturirà dalle urne. Quello che i catanesi hanno in cuor loro già deciso.
Una decisione che chi conosce il Signore degli Anelli, potrà ben trovare leggendo di Gandalf, il mago, poco prima della metà del volume le “Due Torri”. Gli altri che per incredulità, ignoranza o semplicemente perché non hanno in casa il capolavoro di John Tolkien dovranno aspettare perlomeno la sera di lunedì.
Catania può rinascere. La città, per posizione geografica, storia, tradizione e genetica, si colloca ad un incrocio fondamentale del futuro economico, politico, e culturale della Nuova Europa. La Nuova Europa è incentrata al Sud verso l’apertura ai paesi terzi del Mediterraneo, ai nuovi mercati dell’Asia e dell’Africa, alla valorizzazione dei processi della “New Economy” e dello sviluppo strategico di nuove vie turistiche e culturali. Catania può rispondere e subito a queste richieste avendo la possibilità di essere crocevia culturale, politico delle tre grandi religioni monoteiste (cristianesimo, ebraismo e islam). Ma la città ha anche qualcosa di più. Nei gesti e nella quotidianità si rinnova ogni giorno il legame con le origini, così come immutato è l’affetto della gente verso Sant’Agata, martire cristiana, patrona della città, a cui ogni anno, nel mese di febbraio, si dedica una festa tra le più sentite e importanti della cristianità. Duemila e cinquecento anni non sono trascorsi invano e l’Etna sovrasta tutto, sempre più imponente e turbolenta.
Ma oltre a questo, che ricade perfino nel misticismo, ci sono i 18 chilometri di costa: sia litorali sabbiosi sia costa rocciosa, caratteristica per la sua natura lavica. È sufficiente visitare la spiaggia di San Giovanni li Cuti per comprendere la complessità di questo paesaggio. In 2.000 metri quadrati sono rappresentate le tre tipologie di arenili catanesi: la sabbia bianca, la roccia di origine vulcanica e la terra nera. Una stagione turistica che, grazie allo splendido clima, dura l’intero anno perché anche a dicembre, a Catania, si può godere del bel clima, del sole caldo e perfino fare un bagno in un mare azzurro e tranquillo. Quante località al mondo possono offrire tutto questo? Per non parlare dei cervelli, la migliore risorsa del territorio. Cosa potrebbe arrestare la rinascita se i catanesi volessero veramente che cominci? E se proprio da soli non ce la facessero, si potrebbe chiedere un aiuto al buon vecchio Liotro.
di Giovanni Iozzia. Pubblicato in Politica il 07/06/2013 Scarica il pdf
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