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La città si aspetta un cambiamento dalle prossime amministrative
Vento nuovo per Catania
Un tempo la politica, anche a Catania, era considerata arte o, perlomeno, nel peggiore dei casi, “buon artigianato”. Poi da quando c’è stata la famigerata Seconda Repubblica, le cose sono cambiate in peggio. Per oltre tre lustri le cose in città sono costantemente cambiate in peggio. La città non è più vivibile come un tempo. Basti pensare alle prostitute che già nel pomeriggio sciamano lungo viale Artale Alagona, nella devastata piazza Europa, nella circonvallazione.
Basti pensare ai nugoli di lavavetri che si addensano sulle auto ogni qualvolta il semaforo diventa rosso. Basti pensare ai posteggiatori abusivi che la fanno da padroni in tutte le strade. Basti pensare alle buche, alla spazzatura, alla delinquenza spicciola. Il Piano Regolatore Generale, tra accuse reciproche, è rimasto chiuso nei cassetti; stessa cosa è accaduta con quello del Porto. I conti del comune non sono in regola o, almeno, sono sempre dissestati. Poco si è fatto tranne una linea di Brt che seppur funzioni ha creato non pochi problemi alla viabilità cittadina. Colpa di chi governa? Non c’è dubbio ma anche colpe di chi ha governato prima e di chi ha continuato a governare in quest’ultimo decennio e poco più. Adesso, però, sembra soffiare un rivolo di vento diverso; un venticello fresco di primavera che porta con sé l’odore di cose dimenticate. Viene in mente quell’episodio del Signore degli Anelli quando i Cavalieri di Rohan avanzavano nella notte oscura contro il Nemico e una voce disse al loro re Théoden: « In tempo di pace io vivo all'aperto nelle brughiere; Widfara è il mio nome, ed anche a me l'aria reca messaggi. Già il vento sta girando. Viene una brezza dal Sud, e sento in essa un profumo di mare per quanto debole che sia».
E non v’è dubbio che le cose cambieranno anche perché una buona parte dei consiglieri non si sono ricandidati e un’altra buona parte non saranno rieletti. Ipotizzare un cambiamento in meglio non è un’ipotesi peregrina visto che quel Consiglio, quella maggioranza, ben poco hanno fatto e neppure benissimo. Nessuna colpa specifica, hanno semplicemente seguito l’andazzo che c’era sia a livello regionale sia a livello nazionale. Le cose a Palermo sono cambiate ed a Roma… ancora non sono cambiate del tutto ma stanno cambiando. A Catania cambieranno presto, cambieranno il 10 giugno.
di Giovanni Iozzia. Pubblicato in Politica il 24/05/2013 Scarica il pdf
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