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La petizione di Confcommercio Catania contro il trasferimento dell’ufficio postale da Canalicchio a Tivoli
Mille firme per non spostare “Catania 11”
Poste Italiana ha già trovato e firmato per i nuovi locali in piazza Tivoli
“Catania 11” l'ufficio postale di Canalicchio
Mille firme in quattro giorni e un appuntamento con il gabinetto del Prefetto di Catania già fissato per giovedì 12 giugno alle 10.
I numeri non mancano e neanche la vitalità alla petizione inaugurata giovedì scorso da Confcommercio Catania contro lo spostamento dell’ufficio postale “Catania 11” da via Petra dell’Ova a Canalicchio a piazza Tivoli di Tremestieri Etneo.
Il trasferimento e il disagio dei pensionati era stato già denunciato dal Consigliere comunale Massimo Tempio qualche settimana fa e noi avevamo riportato scoramento e disagi specificando però che lo spostamento si era reso necessario a causa dello sfratto che Poste Italiane aveva subito proprio dall’immobile di via Petra dell’Ova. “L’ufficio postale di Canalicchio fa parte del tessuto sociale di questo quartiere da cinquant’anni. Non possiamo entrare nelle scelte della Posta ma possiamo manifestare al Prefetto e al sindaco Bianco il disagio che si verrebbe a creare tra i cittadini. Ed è questo lo scopo di questa petizione -afferma Agostino Trovato membro di giunta di Confcommercio Catania che ha inaugurato questa iniziativa lo scorso giovedì insieme al vicedirettore Francesco Sorbello - impedire alle Poste un trasferimento che provocherebbe un impoverimento commerciale e sociale della zona. A Canalicchio abitano ottomila persone e Poste si è vantata per anni di svolgere un servizio sociale verso la collettività”.
Cosa vi aspettate da sindaco e prefetto?
“L’ordine pubblico è compito loro. Pensi al vecchietto senza auto e senza possibilità di muoversi”.
Gli altri negozianti della quartiere non sono meno arrabbiati. Per Carmelo D’Angelo ci sono vecchietti che non sanno neanche come arrivare a Tivoli e se anche lo sapessero non ci sono mezzi pubblici di collegamento. Per il signor Giuseppe che ha appena firmato la petizione “il vero problema a Tivoli sarà quello delle rapine che in quella zona sono parigge e allora sì che per i vecchietti sarà un problema”.
Eppure lo sfratto le Poste lo hanno davvero subito e sembra che “l’errore sia stato compiuto dal precedente avvocato del proprietario dell’immobile - ci dice il consigliere comunale Massimo Tempio - che ha mandato la lettera di disdetta. Adesso stanno cercando di riprendere in mano la situazione”.
Ma i fatti sono andati molto oltre e ce lo conferma il Servizio comunicazione territoriale delle Poste: « Non è possibile trovare delle sinergie per il reperimento di nuovi locali perché la parte contrattualistica del nuovo locale è già stata conclusa. Adesso sono in via di definizione gli aspetti relativi a sicurezza, impiantistica e quant’altro per offrire alla clientela un servizio migliore e locali migliori. Prevedere la data precisa della nuova apertura non è possibile» ma pare probabile ipotizzare l’apertura entro il 2014.
Se questa è la risposta fornita da Poste, voci molto vicine alle Poste aggiungono che il nuovo ufficio Catania 11 sarà molto più grande e con molti più sportelli quasi alla stregua dell’ufficio Centrale di via Etnea o di quello in viale Africa.
Eppure i vecchietti della zona sono molto arrabbiati e neanche l’idea di un possibile potenziamento dei servizi pubblici allevia l’umore nero per un trasferimento che sa di “realtà scippata”.
Ma di trasporti ad hoc per il momento non si parla. Agostino Trovato di Confcommercio “non li vede di buon occhio né per i vecchietti che devono andare a ritirare la pensione né per le raccomandate dei professionisti”. Il consigliere Tempio “auspica la nascita di uno sportello decentrato e solo in ultima istanza pensa che il miglioramento delle linee di trasporto pubblico potrebbero essere una soluzione”. L’assessore alla Mobilità di Catania, Saro D’Agata, è convinto “e parlo a nome dell’Amministrazione - che sia meglio che l’ufficio postale resti a Canalicchio”.
Non resta che attendere l’incontro con il Prefetto. Mille firme non sono poche.
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