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Una vittoria che scompiglia i tradizionali assetti politici punendo il Pd “ufficiale” e premiando la coalizione di Nicola D’Agostino
Roberto Barbagallo nuovo sindaco di Acireale
Il nuovo sindaco di Acireale Roberto Barbagallo
Roberto Barbagallo è stato eletto sindaco di Acireale. Questo il risultato definitivo: Roberto Barbagallo 15.573 voti (63,53 %), Michele Di Re 8.939 voti (36,47). Schede nulle 942; schede bianche 97. La squadra di Roberto Barbagallo è così composta: Adele D’Anna, Nando Ardita, Francesco Fichera, Saro Raneri, Andrea Quattrocchi, Adriana Finocchiaro.
Barbagallo quindi non solo vince, ma stravince. Innanzitutto perché il suo gruppo di riferimento, guidato dal deputato regionale Nicola D’Agostino, non ha fatto né apparentamenti né accordi politici di alcun tipo; ciò comporta che sia in giunta sia in Consiglio comunale non ci sarà da trattare o da discutere con nessuno.
Il gruppo, come sovente è stato sottolineato durante la campagna elettorale, è coeso, compatto e concorde.
Sono questi i motivi della vittoria di Nicola D’Agostino, Roberto Barbagallo & amici? Non solo. Gli acesi hanno certamente voluto dare una discontinuità al governo del centrodestra di Nino Garozzo non tanto perché abbia del tutto demeritato ma per l’impressione netta che tutti avevano di una parabola politica giunta al picco della sua fase discendente.
Ma, allo stesso tempo, è stata punita l’arroganza del Pd, del Pd “ufficiale” di Acireale che, anch’esso monolitico negli anni, non ha voluto il confronto proposto proprio da D’Agostino con le primarie ed ha pensato di potere imporre un candidato scelto dalla segreteria.
Un gruppo di democratici, con in testa il consigliere comunale Francesco Fichera, ha scelto di andare con Barbagallo; un altro gruppo, con in testa Gaetano Cundari (candidato sindaco nel 2009) ha scelto di appoggiare prima Michele Alì (Sinistra) e poi al ballottaggio Roberto Barbagallo.
Dunque, mentre il centrodestra, orfano dell’impegno diretto del senatore Pino Firrarello, adesso deve trovare una sua rifondazione e vedere se sarà opportuno farla con il deputato nazionale di Forza Italia Basilio Catanoso, il Pd probabilmente sarà totalmente rivoluzionato.
Voci insistenti, peraltro molto bene informate, parlano di un imminente approdo di D’Agostino & C. nel partito guidato da Renzi (che proprio D’Agostino non più di un anno fa portò ad Aci S. Antonio per sostenere la campagna elettorale del candidato sindaco, poi eletto, Santo Caruso).
Questa sembra essere l’esatta chiave di lettura per spiegare perché una parte del Pd, attraverso la persona del giornalista Gaetano Rizzo (già assessore designato del candidato sindaco dei democratici, Seby Leonardi), ha subito chiuso l’accordo con Michele Di Re, candidato del centrodestra.
La vittoria di quest’ultimo avrebbe consentito alla dirigenza locale del Pd di sopravvivere ancora una volta (dopo le sconfitte subite negli anni con Salvo La Rosa, Seby Leonardi e Tano Cundari) e dopo il pasticcio fatto con il sindaco Agostino Pennisi sfiduciato e mandato anzitempo a casa.
In questo modo ogni possibilità sarà preclusa con la vittoria e l’arrivo di D’Agostino. Magari non andranno via ma certamente ci sarà un drastico se non totale ridimensionamento della loro capacità di proposizione politica.
D’Agostino e Barbagallo, sin dalle prime battute della campagna elettorale, hanno dimostrato di guardare a Palermo e Catania con grande interesse, dando la chiara sensazione di voler fare uscire Acireale dallo “splendido isolamento” in cui il centrodestra l’aveva (e ancora l’avrebbe) ridotta.
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