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Aiuti statali fino al 65 per cento per importi massimi di 96.000 euro per le ristrutturazioni e 100.000 per le riqualificazioni
Come usufruire degli incentivi su ristrutturazioni e riqualificazioni
Maria Romeo
Lo Stato pone in essere delle agevolazioni fiscali rivolte a chi intende ristrutturare casa. La legge di stabilità, sino al 2014, fissa le agevolazioni fiscali al 50% rispetto a un importo massimo di spesa detraibile pari a 96.000 euro per la ristrutturazione dell'immobile; al 65% rispetto ad un importo sino a 100.000 euro per la riqualificazione energetica.
Dopo il 2014 lo Stato manterrà il regime di agevolazione per le ristrutturazioni sebbene in misura ridotta, ovvero del 40% nel 2015 e del 36% nel 2016.
Sempre in tema di ristrutturazioni, la legge prevede un incentivo, in forma di rimborso del 50%, sugli immobili o elettrodomestici destinati all'immobile da ristrutturare sino ad una spesa massima di 10.000 euro.
Per riqualificazione energetica la legge intende non soltanto gli impianti, ma anche l'involucro, ad esempio la coibentazione o la sostituzione degli infissi.
Gli importi che eccedono il tetto di 96.000 e di 100.000 euro non sono oggetto di rimborso, quindi sono sostenuti per intero da chi commissiona la ristrutturazione o la riqualificazione.
Non solo il proprietario può avvalersi dell'incentivo fiscale, ma anche l'inquilino, il comodatario, l'usufruttuario, chi ha fatto un preliminare di vendita (in gergo, il compromesso) e i parenti conviventi entro il terzo grado o gli affini entro il secondo grado.
Incentivi o no, riqualificare o ristrutturare un immobile conviene perché - spiega l'avvocato Maria Romeo, family banker di Mediolanum - "il valore del fabbricato restaurato cresce sempre in misura superiore all'importo che si investe".
"Se lo stesso intervento prevede la possibilità di fruire della detrazione al 50% e al 65% (ad esempio, la sostituzione delle finestre), il contribuente deve scegliere quale delle due utilizzare, dopo aver valutato bene la sua situazione. Ciò perché le due detrazioni non sono cumulabili ed il bonus, se superiore all'imposta lorda, non potrà essere utilizzato per la parte non fruita - aggiunge la Romeo -. Diverso è quando si decide di affrontare lavori di ristrutturazione, detraibili al 50% e altri lavori rientranti nell'ecobonus al 65%: in questo caso si può fruire di entrambe le agevolazioni, a condizione che le due detrazioni vengano applicate su spese relative ad interventi differenti: questa è l'ipotesi di chi decida di sostituire una caldaia (usufruendo del 65%) e contestualmente provveda alla sistemazione del locale caldaia".
Ecco come usufruire dei rimborsi. Occorre indicare in dichiarazione dei redditi i dati catastali dell'immobile; se non sono proprietario dovrò inserire gli estremi del contratto registrato. Alla dichiarazione debbo allegare copia dei bonifici, perché la legge richiede che tutti i pagamenti siano effettuati con bonifici. Il bonifico deve contenere il codice fiscale di chi effettua il pagamento e il codice fiscale e la partita iva del beneficiario; come causale occorre scrivere 'ristrutturazione' o 'riqualificazione'. Sui bonifici, la banche e le poste eseguono una trattenuta del 4% come acconto a titolo di imposta che verrà pagato dall'impresa che effettua i lavori. Le fatture debbono essere conservate ed esibite all'Agenzia delle Entrate qualora volesse fare dei riscontri. Ricordate di preparare la dichiarazione di inizio attività (la cosiddetta DIA).
Il rimborso avviene in dieci quote annuali di pari importo. Al momento di dichiarare il reddito, se, ad esempio, ho speso 50.000 euro in ristrutturazioni, l'agevolazione mi dà diritto a 25.000 euro di rimborso che mi saranno restituiti sull'Irpef con una quota annuale di 2.500 euro per dieci anni. Ma in tutto questo l'iva che ruolo gioca? Lo scopriremo nella prossima edizione.
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