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Azioniamo i fuochi di segnalazione

Nei precedenti appuntamenti con "Mare Sicuro" abbiamo affrontato, tra le principali emergenze in mare, anche l'affondamento e l'abbandono dell'unità, illustrando le caratteristiche dei principali mezzi di salvataggio. In questa ventiduesima puntata parleremo, invece, dei dispositivi di segnalazione diurni o notturni (fumogeni, fuochi a paracadute o a mano), da utilizzare in caso di emergenza de che devono essere obbligatoriamente presenti a bordo delle unità da diporto, a seconda del tipo di navigazione intrapresa.
Boetta fumogena:
E' un dispositivo di segnalazione diurno, molto semplice da utilizzare. Diventa obbligatorio a bordo, in caso di navigazione effettuata ad una distanza dalla costa superiore ad un miglio nautico (pari a 1852 metri, n.d.r.). Entro le tre miglia dalla costa è sufficiente averne almeno uno. Superate le tre ed entro le cinquanta miglia di distanza dalla costa, le boette fumogene da tenere a bordo diventano due. Tre in caso di navigazione senza alcun limite di distanza dalla costa.
La boetta deve essere utilizzata di giorno, in caso di richiesta di soccorso, sfruttando il momento in cui si ha maggiore possibilità di essere visti (ad esempio quando transitano altre imbarcazioni nelle vicinanze). Una volta azionata, la boetta sprigiona un intenso fumo di colore arancione. Prima di attivarla è necessario leggere attentamente le istruzioni e, soprattutto, fare attenzione al vento.
Occorre infatti attivarla dal lato "sottovento" (lato opposto da quello di provenienza del vento).
Fuochi a mano a luce rossa:
Sono dei dispositivi di segnalazione che non necessitano di alcun apparecchio per essere azionati, se non delle mani dell'uomo.
Diventano obbligatori, in numero di due, per la navigazione oltre 1 miglio di distanza dalla costa e fino a 12 miglia. Superate le 12 ed entro le 50 miglia di distanza dalla costa, i fuochi a mano da tenere obbligatoriamente a bordo diventano tre. Quattro, invece, per la navigazione senza alcun limite.
I fuochi a mano devono essere utilizzati di notte, quando si avvista un'altra imbarcazione nelle vicinanze o si è in vista della costa.
Prima di azionarli, occorre leggere attentamente le istruzioni contenute nella confezione, raffigurate anche su ciascun fuoco a mano.
Razzi a paracadute a luce rossa:
Sono dei dispositivi di segnalazione che diventano obbligatori, a bordo delle unità da diporto, in caso di navigazione effettuata ad una distanza dalla costa superiore a tre miglia. Superato questo limite ed entro le dodici miglia di distanza dalla costa, sono obbligatori in numero di due.
Oltre dodici ed entro le cinquanta miglia, i razzi a paracadute da tenere obbligatoriamente a bordo diventano tre. Quattro in caso di navigazione senza alcun limite di distanza.
Al pari dei fuochi a mano, sono dei segnali da utilizzare esclusivamente di notte, in caso di richiesta di soccorso, quando si avvistano altre imbarcazioni o si è in vicinanza della costa.
Prima di sparare i razzi a paracadute, leggere attentamente le istruzioni, utilizzando con la massima cautela l'apposita pistola lanciarazzi. Tutti i segnali (fuochi a mano e razzi a paracadute) utilizzati per richiedere soccorso, sono esclusivamente di colore rosso. Insieme alla boetta fumogena ed a tutti gli altri dispositivi di salvataggio, sono soggetti a scadenza. Per questo motivo è necessario, prima di lasciare le banchine, controllare tutte le dotazioni, in particolare quelle di sicurezza e le relative scadenze. Per conoscere la tipologia ed il numero di segnali da tenere obbligatoriamente a bordo, in relazione al tipo di navigazione effettuata, si può scaricare la relativa tabella al seguente collegamentohttp://www.guardiacostiera.it/maresicuro/it/dotazionidisicurezza.cfm . Nella prossima puntata di "Mare Sicuro", parleremo dei Fari e delle loro caratteristiche. Per maggiori informazioni sulle attività del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, si può cliccare su www.guardiacostiera.it. Per l'emergenza in mare è attivo il numero blu "1530" ed il canale 16 in VHF (156,8 Mhz.).

Pubblicato in Approfondimenti il 14/09/2012 Scarica il pdf


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